Novembre 21, 2024

“Apollo e Dafne” di Gian Lorenzo Bernini a cura di Diletta Damiani 

“Apollo e Dafne” di Gian Lorenzo Bernini a cura di Diletta Damiani

Gian Lorenzo Bernini è considerato come uno dei più grandi artisti dell’epoca barocca. La sua formazione avvenne sotto la supervisione del padre Pietro che gli insegnò i fondamentali della scultura. 

Le opere di Gian Lorenzo sono caratterizzate da una particolare dinamicità grazie alle tecniche che l’autore utilizzava per scolpire. 

Nel particolare per quest’opera lo scultore utilizzò marmo di Carrara, estratto dall’interno dalla cava che risultò molto più facile da modellare. 

Tramite un delicato lavoro di trapano diede figura alle dita delle mani e dei piedi che si trasformano in foglie e radici e le ciocche dei capelli in movimento. Egli inoltre usava uno scalpello a gradina, in questo caso per rifinire la corteccia, la subbia per sbozzare il blocco, lime e raspe per raschiare le superfici che poi levigava con abrasivi di varia natura come la pietra pomice. La sua tecnica raffinata permise di raffigurare nei minimi dettagli i segni della metamorfosi nel marmo.

L’opera raffigura Apollo e Dafne e la metamorfosi di quest’ultima in un albero di alloro come suggeriva il suo stesso nome in greco: dafne – alloro. La scena rappresenta la fine della corsa dove il Dio Apollo riesce a raggiungere la ninfa Dafne, ma  fu al primo contatto che avvenne la metamorfosi. 

Il dio raffigurato come un ragazzo ha i muscoli in tensione, affannato dalla corsa e dal desiderio, appoggiato con la gamba destra sembra che stia perdendo l’equilibrio mentre con la mano destra tocca il corpo della ninfa. 

Dafne inarca il corpo per tentare di sfuggire al suo inseguitore e urla perché consapevole di ciò che può accadere ma i suoi capelli e le sue dita stanno iniziando a trasformarsi in radici e foglie mentre le sue gambe in tronco.

Questo tema non era nuovo nel mondo dell’arte ma non era mai stato affrontato dagli scultori. 

Gian Lorenzo Bernini prende ispirazione da Ovidio il quale nel testo “Metamorfosi” narra di Apollo che dopo una lite con Cupido venne colpito da quest’ultimo con una freccia con la punta d’ oro la quale portava amore e ma causò anche una passione incontrollabile verso la ninfa Dafne che a sua volta era stata colpita, dallo stesso arciere, da una freccia con la punta di piombo che le allontanava l’amore. Narra Ovidio che durante l’inseguimento la ninfa, per proteggersi, implorò suo padre il dio fluviale Peneo di salvarla, fu così che la trasformò in un albero di alloro appena il primo contatto tra i due.

La scultura Apollo e Dafnefu commissionata al Bernini dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese. L’opera è conservata nella Galleria Borghese a Roma.

Diletta Damiani