Leonardo da Vinci – Madonna Benois a cura di Alessio Fucile Storico dell’arte
Ti presento «Madonna col Bambino», nota anche come «Madonna Benois», opera del grande Leonardo da Vinci. Fu realizzata intorno agli anni 1478-82 ed oggi è conservata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Il nome con cui è conosciuta la tavola deriva dalla famiglia che per lungo tempo ne è stata proprietaria; il quadro è considerato dai critici un’opera fondamentale per comprendere la svolta e la maturazione stilistica dell’autore nel momento cruciale di passaggio tra Firenze e Milano.
La Madonna, rappresentata come una giovane ragazza, si mostra con un insolito e affettuoso sorriso: è divertita dai maldestri tentativi del piccolo Gesù di coordinare i movimenti delle mani per afferrare l’oggetto su cui concentra lo sguardo, ovvero il fiore che Maria tiene in mano. I quattro petali dei due fiori alludono alla croce e quindi al futuro destino del Bambino, nato per redimere il mondo e per redimere l’uomo dal male per mezzo della propria morte. Leonardo, come era suo solito, anche in quest’opera mostra un attenta osservazione della realtà e, in modo particolare in questo caso, presta attenzione a come si comporta un bambino di pochi mesi alle prese con la scoperta del mondo che lo circonda: mancano quegli abbellimenti delle proporzioni che contribuivano a far rappresentare il piccolo Gesù come un uomo in miniatura ed appaiono qui estremamente naturali la sua gestualità e il suo tenero incarnato infantile. Leonardo si sofferma sulle proporzioni, sui i lineamenti, e persino sulla goffaggine del bambino che fa sorridere la madre e che coinvolge anche lo spettatore. La pittura diviene così strumento per indagare la realtà naturale e Leonardo decide di offuscare la stessa linea di contorno, tipica dei maestri fiorentini del Quattrocento, e di confonderla nel delicatissimo «sfumato» che diviene così strumento per cogliere e restituire la continua mutevolezza dell’atmosfera, dei lineamenti, del movimento delle psicologie, dell’aria e delle figure. Una bifora sullo sfondo scuro è aperta sul cielo infinito, senza altro elemento contestualizzabile.
Con quest’opera, il grande maestro da Vinci crea una scena familiare e casalinga che non lascia spazio ad alcuna rappresentazione aulica, anzi mette da parte la solennità per delineare la dimensione affettiva e la tenerezza del rapporto privilegiato fra madre e figlio: sembra che la Madonna sia scesa dal trono e sia andata a sedere su una panca, in una stanza di una casa abitata. Sicuramente anche la nuova spiritualità che si respira nella società del tempo di Leonardo ha influito sulle sue scelte iconografiche: Maria appare sempre più come madre vicino ai suoi figli, attenta ai loro bisogni. In questo periodo si moltiplicano confraternite e associazioni dedicate alla Madonna, dunque l’uomo del tempo acquista una sempre maggiore consapevolezza del soccorso e dell’aiuto che la madre di Gesù gli può offrire.
Lasciandoti allora avvolgere dal gioco di sguardi e gesti delle figure rappresentate, prova a riflettere su queste parole di Papa Francesco che desidero lasciarti: «Maria è madre, e una madre si preoccupa soprattutto della salute dei suoi figli, sa curarla sempre con grande e tenero amore. Ti aiuta a crescere, ad affrontare la vita, ad essere libero. Quando ti trovi impigliato nei nodi più intricati della vita, giustamente guardi alla Madre. Ma anzitutto lasciati guardare da Lei. Quando ti guarda, lei non vede dei peccatori, ma dei figli». Grazie per la tua attenzione.