DIADI – Fondazione Nicola del Roscio – 21 dicembre 2023 – 25 gennaio 2024
DIADI
21 dicembre 2023 – 25 gennaio 2024
Fondazione Nicola del Roscio
Conferenza stampa 20 dicembre 2023 ore 11:30
Inaugurazione 20 dicembre 2023 ore 18:00
Roma, 28 novembre 2023 – Dal 20 dicembre 2023 al 25 gennaio 2024 la Fondazione Nicola del Roscio ospita la mostra Diadi, risultato di un percorso didattico iniziato a gennaio 2023 svolto dal Collettivo Curatoriale del Master in Art Management della Luiss Business School, sotto la supervisione di Achille Bonito Oliva.
Il titolo Diadi fa riferimento a un concetto di dualismo e di unione. Nella filosofia platonica la diade è il punto d’ordine che confluisce nel disordine e viceversa. Questo dualismo viene indagato anche da Nietzsche ne La nascita della Tragedia, dove si svela la dialettica tra apollineo e dionisiaco. Tale alternanza e compresenza di caos e logos si declina nell’allestimento, che si svilupperà in un percorso circolare favorito anche dalla morfologia dinamica degli spazi della Fondazione Nicola del Roscio. Tale circolarità, oltre a ribadire i legami di interdipendenza che operano tra queste due forze, permette al visitatore di ritornare sul percorso, riconsiderandolo alla luce del totale. In questo modo l’apollineo e il dionisiaco si alternano, trasformandosi gradualmente l’uno nell’altro.
La mostra, frutto di un anno di lavoro e ricerca da parte degli studenti, pone a confronto grandi artisti storicizzati italiani e internazionali come Carla Accardi, Julian Schnabel e Jannis Kounellis al fianco di autori più contemporanei come Loris Cecchini, Giulia Cenci, Lulù Nuti e David Casini.
Gli studenti del Master si sono occupati interamente della realizzazione dell’evento, curandone sia gli aspetti organizzativi e logistici che quelli concettuali, creativi e allestitivi. “Siamo partiti da zero, iniziando a concepire la mostra fin dai primi giorni del Master. La sfida maggiore? Coordinare ventinove teste pensanti” spiegano gli studenti “ci siamo occupati di ogni aspetto: dalla scelta del tema all’individuazione dello spazio espositivo, dalla ricerca delle opere alla loro movimentazione, dai rapporti con i prestatori fino alla comunicazione”.
“Questa mostra” spiega Achille Bonito Oliva “conferma la capacità dell’arte di sviluppare una felice ambiguità. L’arte non vuole chiarire, ma creare problemi; non vuole sedare, ma agitare. Ecco il senso di una mostra oggi”.
Ad arricchire il percorso espositivo vi saranno le tre opere finaliste del Premio Internazionale Generazione Contemporanea, quest’anno alla sua ottava edizione; il premio, organizzato dagli studenti del Master, offre a giovani artisti all’inizio della loro carriera la possibilità di vedere le proprie opere accostate a quelle di artisti già noti e di farsi conoscere meglio nel panorama artistico contemporaneo.
“Non solo l’esposizione è il risultato di ben dodici mesi di lavoro dei ragazzi” aggiunge il coordinatore didattico dei master creativi di Luiss Business School, Luca Pirolo “ma bisogna sottolineare che con questa modalità abbiamo ormai da quattordici anni sdoganato il concetto di curatore collettivo, con indubbi risultati sotto il profilo didattico”.
Come avviene ogni anno nel periodo natalizio, la mostra del Master in Art Management è una buona occasione per scoprire modalità curatoriali innovative, confermando come organizzare un evento d’arte possa diventare strumento efficace per la formazione di una nuova generazione di giovani professionisti.
Artisti in mostra: Carla Accardi, David Casini, Loris Cecchini, Giulia Cenci, Antonia Freisburger, Jannis Kounellis, Diego Miguel Mirabella, Lulù Nuti, Luigi Ontani, Edoardo Piermattei, Julian Schnabel, Wilhelm von Gloeden e i tre giovani finalisti del Premio Internazionale Generazione Contemporanea: Nicola Ghirardelli, Roberto Maria Lino, Jacopo Naccarato.
ARTISTI IN MOSTRA
Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014) – Nota artista del Novecento, il suo operato storico avrebbe contribuito non solo artisticamente all’affermazione dell’astrattismo; ma anche politicamente alla definizione del movimento neo-femminista italiano, di cui Carla Accardi era esponente. Per anni si sarebbe dedicata a un personalissimo lavoro di ricerca stilistica, modificando e talvolta reinventando il suo stile e la sua pratica artistica.
David Casini (Montevarchi, 1973) – Attualmente impegnato a Bologna, l’artista rielabora creativamente le esperienze maturate durante i suoi viaggi, così da trarne delle influenze: la materia artistica, proveniente dai territori sondati dall’autore nel corso dei suoi spostamenti, richiamerebbe allora alla sua terra di origine e a tutti gli altri spazi che lo hanno ospitato. Si realizza in questo modo un sapiente dialogo non solo con il territorio, ma anche con la sua tradizione: i più grandi maestri della storia dell’arte sarebbero il punto saldo della ricerca di David Casini.
Loris Cecchini (Milano, 1969) – Loris Cecchini unisce installazione, scultura e fotografia in un percorso artistico che sfiderebbe il binomio tra scienza ed estetica. La sua particolare formazione (dall’Italia al Giappone, passando per New York) avrebbe definito un approccio unico e ispirato proprio da questa molteplicità di influenze culturali. Gli elementi ricorrenti della sua produzione indagherebbero allora la combinazione tra strutture ordinate e caos, ponendo l’accento proprio sulla capacità di queste opere di essere formali e informali allo stesso tempo.
Giulia Cenci (Cortona 1988) – Fortemente legata alle problematiche dell’attualità (si pensi all’ambiente), la sua pratica artistica si muove tra la Toscana e l’Olanda, accompagnandola fino ad Amsterdam, dove l’artista vive. È qui che Giulia Cenci realizza le sue sculture, utilizzando spesso materiali di riuso: le opere così realizzate esprimerebbero un contrasto tra la violenza di una società omologatrice e quello spirito libero che alimenta la produzione dell’artista.
Antonia Freisburger (Starnberg, 1990) – Impegnata nell’esplorazione di territori pittorici che superano i confini della realtà convenzionale, la ricerca dell’artista è guidata dalla volontà di immergersi in un regno di forme organiche e stilizzate, ricco di suggestioni erotiche e mitologiche. Tramite l’operato di Antonia Freisburger, lo spettatore è così invitato a perdersi e a ritrovarsi nell’intima peregrinazione tra vivaci cromie: potenti forme curve e dinamiche contribuiscono a creare un’atmosfera familiare, ma allo stesso tempo misteriosamente sconosciuta.
Jannis Kounellis (Il Pireo, 1936 – Roma, 2017) – Pittore e scultore, è uno degli esponenti più conosciuti del movimento dell’arte povera, proprio grazie al gran numero di esposizioni in Italia e all’estero. Durante la formazione a Roma (all’Accademia di Belle Arti) entra in contatto con l’arte espressionista di Toti Scialoja, la cui influenza rimarrà sempre presente nel suo operato artistico. È così che nel 1960 le sue opere vengono esposte per la prima volta alla galleria La Tartaruga di Roma: sono tele e dipinti, in cui le rappresentazioni di lettere e numeri si combinano a quelle di fiori ed elementi naturali stilizzati.
Diego Miguel Mirabella (Enna, 1988) – Mirabella focalizza la sua attività sulla traduzione visiva della parola scritta e del linguaggio: caratteristica del suo modus operandi è l’incessante tensione tra ciò che è apparentemente visibile e ciò che si cela al pubblico. Il suo è quindi un approccio fortemente poetico, perché realizza una visione in cui pensieri e immagini trasmettono un movimento interpretativo, sempre in divenire: è un lavoro intimista che diventa universale nel confronto con l’altro.
Lulù Nuti (Roma, 1988) – L’artista romana Lulù Nuti trasforma in arte un suo sentimento di responsabilità e impotenza verso il mondo contemporaneo, esplorando in questo modo la dualità tra presenza e cancellazione, rottura e solidità. Attraverso sculture e installazioni che combinano materiali di costruzione con elementi naturali, Nuti analizza la nostra percezione della realtà e il nostro rapporto con la natura, creando tracce e testimonianze del nostro tempo. Dal 2017, il suo lavoro si è concentrato sulla realizzazione di sculture che si adattassero in modo sensibile allo spazio espositivo, proprio in rispetto dei luoghi che hanno generato la suggestione originaria dell’opera.
Edoardo Piermattei (Ancona, 1992) – Un giovane artista che trasforma la citazione in traduzione: un “elogio alla lentezza” perseguito con l’utilizzo di materiali atipici e tecniche innovative. Una ricerca filosofica e una pratica artistica che sarebbero ispirate dall’arte medievale (Piero Della Francesca) e da quella contemporanea (Lucio Fontana); talvolta con una nota d’ironia. Quasi sempre presente il richiamo all’immateriale, come transito verso un’altra dimensione che predispone lo spettatore a una sublime esperienza contemplativa.
Julian Schnabel (New York, 1951) – Eclettico artista contemporaneo (oggi regista e sceneggiatore statunitense) è emerso come pittore negli anni Ottanta e avrebbe contribuito al movimento Neo-espressionista con il suo stile distintivo, caratterizzato dall’uso innovativo del vetro e delle tecniche miste. I suoi dipinti, spesso su grandi tavole, sono caratterizzati da una fusione di astrazione e figurazione. La sua capacità di trasformare la materia, unita alla sua audacia stilistica, lo hanno reso una figura influente e poliedrica nelle arti contemporanee.
Willhelm von Gloeden (Wismar, 1856 – Taormina, 1931) – Etichettare Willhem von Gloeden come fotografo sarebbe riduttivo, infatti egli stesso frequentò per qualche tempo la scuola d’arte a Weimar per diventare pittore, ma non completò gli studi. Partì invece per Taormina, nel 1878, dove avrebbe realizzato delle fotografie di una Sicilia sognante, che richiamava le bellezza dell’antica Grecia e il mito dell’epopea classica. Sono proprio le fotografie dei giovani siciliani che rivelano il vero talento di Gloeden: mostrare lo stato dionisiaco dei suoi modelli che posavano in modo aggraziato sulla scena. L’inquadratura, la luce e i filtri utilizzati miravano a ritrarre la grazia e l’innocenza della pubertà, più che la matura sessualità maschile.
Luigi Ontani (Vergato 1943) – Pittore, scultore, fotografo e artista eclettico, Luigi Ontani non appartiene a una precisa corrente artistica: è uno sperimentatore e anticonformista, che fonde ironia e narcisismo in un gioco incrociato tra sacro e profano, mito e favola, Oriente e Occidente. Utilizza tecniche espressive fortemente eterogenee, che ne definiscono un’arte rivoluzionaria e all’avanguardia. La sua ricerca è espressione di un’ indole indipendente, mentre la tecnica rappresenterebbe non un fine, ma un’occasione per sperimentare nuove possibilità e formulare nuove variazioni su temi e soggetti che più gli interessano: il viaggio attraverso il mito, la maschera, il simbolo e la rappresentazione iconografica.